Rassegna Stampa
“[…] Giunone è Francesca Boncompagni, incantevole e stilisticamente ineccepibile”.
[Daniela Goldoni, www.operaclick.com, gennaio 2023]
“Francesca Boncompagni deve essere una delle Nannette più belle e giovanilmente convincenti che mi sia mai capitato di vedere”.
[Mike Parr, www.musicweb-international.com, settembre 2022]
“Il suono luminoso e flautato della Boncompagni è in adorabile contrasto con le ‘comari’ più anziane”.
[Neil Fisher, www.gramophone.co.uk, settembre 2022]
“Francesca Boncompagni ha una voce piccola per Verdi – normalmente il suo repertorio è Monteverdi – ma canta il ruolo di Nannetta con una grazia e una sensibilità davvero squisite”.
[Alexandra Wilson, www.classical-music.com, settembre 2022]
“Francesca Boncompagni è stata una Nannetta seducente e affascinante, con un acuto splendido, leggero e fluttuante”.
[Colin Davison, www.britishtheaterguide.info, luglio 2022]
“Nannetta, interpretata da Francesca Boncompagni, […] ci ha regalato un’incantevole aria della fata nell’ultima scena”.
[Stephen Barber, www.musicweb-international.com, luglio 2022]
“Francesca Boncompagni è stata una grande scoperta come Nannetta. La sua è una voce ariosa e leggera, con una combinazione affascinante di profondità e rapido vibrato. Di quel vibrato ha fatto uso intelligente, togliendolo dalla nota ‘Come fa la luna’ e facendola fluttuare in aria con lunare bellezza. Una cantante decisamente attenta al dettaglio”.
[www.operatraveller.com, dicembre 2021]
“Nannetta (soprano) [è] Francesca Boncompagni, una voce che normalmente canta il barocco e prestata a Verdi con un buon risultato”.
[Stefano Sartini, www.artearti.net, novembre 2021]
Rassegna Stampa - 2021 e 2022

“Francesca Boncompagni (Nannetta) per me è stata sorprendente: delicata, aerea, stilettante e insieme ponderosa nelle sue note alte e lunghissime… Straordinaria!”.
[Nick Shadow, www.matavitau.wordpress.com, novembre 2021]
“Ottime sotto ogni punto di vista le prove di […] Francesca Boncompagni (Nannetta) che con una voce straordinaria non sbaglia niente e si prende la scena con acuti eccezionali, lasciando il pubblico a bocca aperta.”
[Edoardo Benelli, www.leomagazineofficial.it, novembre 2021]
“Bravissime e con delle belle voci nei loro ruoli le quattro cantanti, le “comari” […] Ailyn Pérez (Alice), Francesca Boncompagni (Nannetta), Sara Mingardo (Quickly) e Caterina Piva (Page).”
[Gabriele Isetto, www.involosulteatro.com, novembre 2021]
“[…] la brava Francesca Boncompagni, una Nannetta da ricordare.”
[Davide Toschi, www.rivistamusica.com, novembre 2021]
Rassegna Stampa - 2019 e 2020

“Tutti all’altezza della situazione i cantanti, tra i quali si sono messe in luce le due primedonne Francesca Boncompagni e Rocìo Perez, rispettivamente Donna Eleonora e Tonina nell’opera di Salieri, Mademoiselle Silberklang e Madame Herz in quella di Mozart, che hanno affrontato la difficoltà delle loro parti dimostrando ottima tecnica, estesa tessitura, sensibilità interpretativa, espressivo fraseggio, presenza scenica”.
[Roberto Campanella, www.gbopera.it, ottobre 2020]
“Francesca Boncompagni […] si segnala per la qualità del fraseggio e per la limpidezza degli acuti; la cantante, come la collega [Rocìo Perez] è inoltre attrice spigliata, perfettamente calata nei panni della diva del cinema”.
[Martino Pinali, www.operaclick.com, ottobre 2020]
“Le due primedonne, in Salieri come in Mozart, erano Francesca Boncompagni e Rocìo Perez: giovani interpreti di sorvegliata musicalità, entrambe più a loro agio nel singspiel per tessitura ed espressività, ma comunque in grado di offrire una linea di canto ricca di sfumature”.
[Cesare Galla, www.lesalonmusical.it, ottobre 2020]
“Francesca Boncompagni […] e Rocìo Perez […] sono due giovani soprani dal timbro accattivante e di considerevole sicurezza”.
[Gilberto Mion, www.teatro.it, ottobre 2020]
“La prima aria del soprano, “Tecum Principium”, soprende […] per la maestria della scrittura che accompagna la voce verso estremi virtuosismi che non appaiono tali per l’intelligenza interpretativa di Francesca Boncompagni e di Giulio Prandi, che la accompagna con una linea di suono sottile e sempre più sottile fino a scomparire solo un attimo prima dell’ultima nota filata del soprano, impalpabile eppure perfettamente percepibile nell’immensa sala. Grande spettacolo e delizioso omaggio del direttore alla voce umana cui ha concesso l’ultima parola”.
[Daniela Goldoni, www.operaclick.com, agosto 2019]
“[…] Valletto, a sua volta interpretato in modo immensamente vivido da Francesca Boncompagni, che ha anche impersonato l’agile dio Amore”.
[Arndt Voss. www.nmz.de, giugno 2019]
“Nel cast si distingue la Costanza di Francesca Boncompagni, capace di colorature pertinenti e virtuosismi senza sbavature nelle non facili arie “Ciglio che al sol si gira” e “Biancheggia in mar lo scoglio”.
[Luca Benvenuti, www.ilsestantenews.it, febbraio 2019]
“Morbida e di grande eleganza […] Costanza (Francesca Boncompagni), che spicca sul resto del cast anche per intenzione drammatica e convinzione nel proporre il suo ruolo in ogni momento del dramma”.
[Mauro Masiero, www.wanderersite.com, febbraio 2019]
“Bravissime e con delle belle voci nei loro ruoli le quattro cantanti, le “comari” […] Ailyn Pérez (Alice), Francesca Boncompagni (Nannetta), Sara Mingardo (Quickly) e Caterina Piva (Page).”
[Gabriele Isetto, www.involosulteatro.com, novembre 2021]
“[…] la brava Francesca Boncompagni, una Nannetta da ricordare.”
[Davide Toschi, www.rivistamusica.com, novembre 2021]
“Probabilmente fu il famoso castrato papale Andrea Adami a eseguire queste cantate davanti agli ospiti del cardinale Ottoboni. Il soprano Francesca Boncompagni riveste il suo ruolo nel disco. Dotata di voce angelica e di cultura vocale perfetta, infonde nuova linfa nella sua parte. Tutto si fonda su pensieri e sentimenti che catturano l’anima e prendono forma attraverso il suono della voce umana. Francesca Boncompagni padroneggia questo difficile esercizio con maestria e perfezione, controllo e nessuna vanità. Un disco raffinato quanto uno squisito piccolo dipinto, e ideale per una quieta sera d’inverno e un viaggio con la fantasia nella Roma barocca”.
[Volker Sellmann, www.br-klassik.de, dicembre 2018]
“Protagonista indiscussa della serata è stata l’ottima Francesca Boncompagni, soprano dalla voce morbida e soave unita a una granitica pronuncia, in grado di stupire il pubblico, religiosamente assorto, con la bella ‘Non sa che sia dolore’ BWV 209, una delle due cantate in lingua italiana attribuite al genio bachiano. Ottimi anche il tenore Raffaele Giordani e il basso Salvo Vitale che, insieme alla Boncompagni, danno vita a un’interessante lettura della celebre Kaffeekantate ‘Schweigt stille, plaudert nicht’ BWV 211. Il terzetto vocale impressiona per l’omogeneità d’intensità drammatica, per l’ottima coesione e la bella miscela timbrica cui aggiungono un’encomiabile pronuncia della lingua tedesca, cosa non così scontata per cantanti italiani”.
[Enrico Gramigna, www.ravennaedintorni.it, ottobre 2018]
“Francesca Boncompagni (1984), di Arezzo, ha una voce cristallina. Il suo vibrato, sporadico e leggero, risulta adeguato, così come un naturale portamento della voce, e così come i suoi acuti, solidi e di suono uniforme. Insieme al caldo suono del continuo con frequenti momenti virtuosi di solo del violoncello, interpreta musica e testo in vari modi, dal gioioso e danzante al languido e all’affettuoso. Le arie liriche si alternano a recitativi interpretati con grande senso del dramma. Davvero meraviglioso. [Un disco] altamente raccomandato”.
[Michel Dutrieue, www.stretto.be, ottobre 2018]
“[nel disco di Lulier “Cantate e sonate”] il contributo vocale di Francesca Boncompagni è tecnicamente notevole e meravigliosamente interpretato”.
[James Ross, www.earlymusicreview.com, ottobre 2018]
Rassegna Stampa - 2018

“[…] Il “Dominus a dextris tuis” [di Niccolò Jommelli] ci mostra rapidamente l’intera portata del suo talento, tramite una solida proiezione vocale che denota una dizione ormai impeccabile. Nella “Messa in re” [di Giovan Battista Pergolesi] le sue fioriture cristalline sono nuovamente stupefacenti, e gestisce con una facilità sconcertante le notevoli difficoltà del “Quoniam”, i cui splendori risuonano nell’abbazia e incantano il pubblico”.
[Bruno Maury, www.baroquiades.com, ottobre 2018]
“Splendide voci barocche […] ma, forse, la maggiore -graditissima- sorpresa è stata Francesca Boncompagni”.
[Cinzia Colzi, www.artearti.net, giugno 2018]
“Adeguata la Dafne di Francesca Boncompagni, dalla bella e diafana figura e dotata di una voce omogenea e dal colore personale, eterea sia nella resa vocale che in quella interpretativa”.
[Fabrizio Moschini, www.operaclick.com, giugno 2018]
“Francesca Boncompagni, nel ruolo della dea Costanza, ha fatto grande impressione. E’ dotata di una piacevole voce di soprano, forte e solida in tutta la tessitura, e di una sicura tecnica. La sua aria “Ciglio che al sol si gira”, in cui espone la via della moderazione, è stata ottimamente eseguita, porgendo meravigliosamente delicati abbellimenti e la fulminante bellezza della sua coloratura. Allo stesso modo è stata deliziosamente gestita l’aria “Biancheggia in mar lo scoglio”, e l’agilità della sua voce è stata chiaramente mostrata durante i passaggi virtuosisitici. In più, è sempre stata attenta al significato dei recitativi, piacevolmente fraseggiati”.
[Alan Neilson, www.operawire.com, febbraio 2019]
Rassegna Stampa - 2017

“[…] la vera rivelazione della serata, la soprano Francesca Boncompagni, che con la sua grinta, la bellezza vocale e un gusto sobrio del virtuosismo ha davvero obbedito con rigore filologico ai canoni della poetica barocca, senza interpretazioni rigide o schematiche. Ha cantato infatti di grazia, di forza e di sbalzo con voce corretta, agilità fluente e un’emissione vocale basata sui criteri della più genuina vocalità.
Ecco perché l’esecuzione non ha mancato di fascino e di brio, senza ridursi meccanicamente a una collana di note diligentemente compitate né tantomeno di strilletti in nome di una presunta quanto chimerica purezza stilistica.
La Boncompagni, accompagnata da musicisti scrupolosi, capaci di operare scelte interpretative storicamente adeguate e tradurle in pratica musicale, con cui ha rivelato un feeling perfetto, ha divertito e mai annoiato, in obbedienza al soave principio del movere delectando. Un concerto di artisti di classe, dunque, scrupolosissimi dal punto di vista stilistico e ampiamente versatili, interpreti intelligenti, autenticamente virtuosi”.
[Silvana La Porta, www.aetnascuola.it, dicembre 2017]
“Tanto quanto gli altri protagonisti, [Francesca] Boncompagni è stata espressiva e commovente durante il suo momento, ‘Signor, quell’infelice’.”
[George Grella, New York Classical Review, ottobre 2017]
“Proserpina è interpretata dal soprano italiano Francesca Boncompagni, il suo gioco drammatico è toccante, specialmente nel momento in cui piega Plutone al suo volere. Un bel timbro luminoso e una profondità di volume coadiuvata da un buon fiato le permette un’energia convincente malgrado la brevità della sua presenza in scena.”
[Julien Bouvet, www.olryx.com, settembre 2017]
“Commuovente la delicata Proserpina del soprano Francesca Boncompagni.”
[Luca Segalla, www.rivistamusica.com, agosto 2017]
“Non c’è da stupirsi se, a suo tempo, il dio dei morti ha rapito Proserpina e ne ha fatto la sua sposa, se questa lo ha affascinato con la schiettezza e l’energia del soprano Francesca Boncompagni.”
[Heidemarie Klabacher, Derstandard.at, luglio 2017]
“[…] ne “L’Orfeo” è un balsamo l’ingresso del soprano Francesca Boncompagni come Proserpina: non fa nulla di particolare, ma al solo aprir bocca fa ascoltare ciò che, per naturalezza d’espressione e freschezza mediterranea, è mancato al discorso musicale sino a quel momento.”
[Francesco Lore, L’Ape musicale, giugno 2017]
“Magnifica la Proserpina di Francesca Boncompagni.”
[Luis Gago, El Pais, giugno 2017]
“[Apparato] vocale in qualche caso perfino commovente, come […] nella freschezza controllata e viva di Francesca Boncompagni.”
[Cesare Galla, Vvox, giugno 2017]
“[…] La Proserpina di Francesca Boncompagni è stata ricca di sentimento e di dignità, e la forza della sua limpida voce ha finalmente avuto il giusto rilievo dopo due opere in cui era confinata nel coro.”
[Charlotte Perkins, B24/7, maggio 2017]
“Mi aspetto in futuro altre incisioni [dello Stabat Mater di Boccherini]. Dovranno essere davvero di buona qualità, almeno vocalmente, per superare il lavoro del soprano Francesca Boncompagni. Il suo canto è squisito: dolce di timbro, perfettamente intonato e ricco di sfumature espressive.”
[David Hurwitz, Classics Today, marzo 2017]
“La signora Boncompagni raggiunge un bellissimo compromesso nella sottile linea di confine tra la precisione vocale e la mera eleganza. […] C’è bellezza e profondità nel suo canto, e allo stesso tempo non perde mai di vista il linguaggio delicatamente impegnativo proprio di Boccherini. […] Essendomi pienamente goduto questa esecuzione strumentale e vocale meravigliosamente espressiva, sono altresì grato agli esecutori per avermi ricordato che nella musica di Boccherini c’è più che una superficiale grazia.”
[D. James Ross, Early Music Review, febbraio 2017]
“La componente strumentale diviene sontuoso ambiente e preziosa cassa di risonanza della parte vocale, di cui Francesca Boncompagni restituisce l’intensità affettiva e l’afflato sentimentale in un modo che appare ideale per la cifra poetica ed espressiva di Boccherini: con partecipe ispirazione ma al contempo con un nitore di tratto e un contegno – aristocratico verrebbe da dire – che riescono toccanti senza nulla concedere alla sbavatura sentimentalistica o al facile effetto. In tale contesto ogni gesto – una messa di voce, un giro di frase, il gioco degli accenti – sembra corrispondere a una precisa necessità”.
[Cesare Fertonani, Amadeus, agosto 2016]
“[…] Grazie alla voce di velluto di Francesca Boncompagni, sono emersi soffici toni pastello che hanno dato alle Antifone di Galuppi una nuova, delicata profondità. La leggerezza e la grazia delle melodie, combinate con la morbidezza del piacevole timbro della signora Boncompagni – per non parlare dell’acustica della gremita Geerkerk, hanno regalato un effetto particolarmente plastico. Le melodie dedicate alla Madonna si sono librate senza sforzo, belle e cristalline oltre ogni dire. Nella seconda Antifona, la voce del soprano ha acquistato ancor più potenza e colore. Esultante e raggiante, flessibile negli acuti e tuttavia dotata di profondità, la voce della cantante italiana si è rivelata perfettamente adatta alla nobiltà dei mottetti di Galuppi .”
[Olga de Kort, Olga de Kort Website – Blogsite, settembre 2016]
“Eccelle il soprano Francesca Boncompagni con un sapiente canto che dona alla sua voce bella purezza e fluidità, e che comunica al tempo stesso un senso di consolazione e appropriata reverenza. In particolare ammiro il suo eccellente controllo del fiato nelle lunghe linee melodiche del ‘Tui Nati vulnerati’, il carattere ispiratore del ‘Fac me plagis vulnerari’ e una così affascinante innocenza e devozione nella parte finale ‘Quando corpus morietur’.”
[Michael Cookson, MusicWeb International, settembre 2016]
“Il soprano Francesca Boncompagni ha interpretato [nella cantata “Squarciato appena havea” di Francesco Provenzale] la vedova augusta e dolorosa nel lutto alternandola poi invece a momenti di perfidia caustica e capricciosa. Ha brillato anche nelle altre cantate e canzoni, plasmando con la stessa leggerezza e con lo stesso timbro di soprano di agilità gli acuti come il registro grave, tingendo di scuro le incantevoli pene d’amore nella Tarantella di Pietro Paolo Cappellini, profondendo perfetto entusiasmo nell’aria di Andrea Falconieri “Vezzosette e care pupillette” dedicata agli occhi dell’amata, e nel languido sospirare del cantabile “O ben sparsi sospiri”.”
[Hans Jürgen Kugler, Badische Zeitung, agosto 2016, traduzione dal tedesco di Michael Vorwerk]
Rassegna Stampa - 2015 e 2016

“Francesca Boncompagni ha esibito una voce cristallina, cantando il ruolo di Proserpina con semplicità e nobiltà.”
[Eric Simpson, New York Classical Review, 2015]
“Francesca Boncompagni è stata una Proserpina superba, l’arioso di gratitudine che canta quando Plutone si arrende alla sua intercessione è stato cristallino e immensamente meraviglioso.”
[Claire Seymour, BBC Promenade Concerts 2015]
“[…] Francesca Boncompagni, soprano dalla raffinata presenza scenica e dalla voce celestiale e seducente, agile e fresca, nel meraviglioso Lamento della Ninfa capace di regalare l’essenza del pathos monteverdiano sul male d’amore con una profondità e una intensità ammalianti.”
[Cesare Galla, Giornale di Vicenza, 2014]